Costituzione, per conto del Ministero dello Sviluppo Economico,del Fondo Nazionale per l’Innovazione per il finanziamento alle PMI basato su tecniche di cartolarizzazione

Al fine di facilitare l’accesso al credito delle PMI, in un periodo prolungato di stretta creditizia, l’agenzia tecnica del Ministero per lo Sviluppo Economico nel 2009 decideva di creare un innovativo strumento di finanziamento  agevolato per le Piccole e Medie Imprese italiane finalizzato alla valorizzazione dei brevetti per invenzione industriale e per disegni e modelli industriali registrati.

Il Fondo Nazionale per l’Innovazione (FNI) intendeva essere uno strumento innovativo per finanziare la progettualità di brevetto attraverso capitale di debito e facendo leva sulle tecniche di mitigazione del rischio di credito, in particolare sulle cosiddette tranched cover, consentite dal Nuovo accordo sul capitale delle banche emanato dal Comitato di Basilea nel giugno 2004, recepito nella legislazione comunitaria attraverso le Direttive Europee (CRD) n. 48 e 49 del 2006 e nella normativa di vigilanza bancaria attraverso la Circolare n. 263 della Banca d’Italia del 27 dicembre 2006.

L’obiettivo ultimo del FNI era quello di consentire alle banche aggiudicatarie del bando di erogare crediti alle PMI innovative attraverso finanziamenti a tasso agevolato basati sui rating assegnati alle imprese. Per la prima volta in Italia si introduceva il concetto di portafogli di PMI e di cartolarizzazione sintetica in un fondo nazionale destinato alle imprese.

Numeri

La costruzione del bando, che prevedeva una garanzia (sotto forma di cash collateral) dello Stato in favore delle banche di circa € 40 mln, consentiva alle banche aggiudicatarie del bando di erogare crediti fino a circa 375 milioni di euro.

Il contributo fornito dal prof. Virguti è stato essenziale in particolare su due precisi ambiti: 1) la definizione dell’atto che ha disciplinato i  rapporti tra il Ministero e i soggetti intermediari  selezionati sulla linea “capitale di debito”, ivi inclusi i format da utilizzare in relazione agli obblighi ed agli adempimenti relativi al monitoraggio sulla realizzazione delle operazioni ammesse al finanziamento; 2) il supporto alla valutazione di specifici aspetti tecnici e normativi delle proposte presentate.

Su queste tematiche è stato possibile apprezzare la competenza e la flessibilità del prof. Virguti nel rendere applicabili anche in presenza di una partecipazione pubblica strumenti che tradizionalmente erano caratteristici di un mercato privatistico.

Francesco Morgia –Dirigente Ministero Sviluppo Economico

L’intervento del Fondo Nazionale Innovazione dedicato al capitale di credito è stato il primo intervento con il quale lo Stato ha definito una misura a garanzia dei portafogli di operazioni di finanziamento praticati dalle banche. Il successo di tale intervento, è stato dovuto in larga parte alla partecipazione nel team di progetto del Prof. Virguti che con la sua professionalità ed esperienza ha consentito l’attuazione dell’operazione nella piena conformità con le norme bancarie nazionali ed europee in tema di vigilanza bancaria.

Stefano Maria Della Corte (Invitalia S.p.a.)

Il contributo fornito dal prof. Virguti è stato fondamentale dal momento che la modalità di intervento del FNI sulla linea “capitale di debito”, incentratasul ricorso alle tecniche di cartolarizzazione sintetica rappresentava, in quegli anni, una assoluta novità. Trattandosi di un intervento “pilota”, aspetti importanti dell’operazione, quali la coerenza con la normativa prudenziale, l’effetto prodotto dall’intervento di garanzia del FNI sul requisito patrimoniale delle banche, la predisposizione della contrattualistica e della modulistica, sono stati affrontati ex novo, con il fondamentale supporto del prof. Virguti

Nicola Buonfiglio (Invitalia S.p.a.)

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